In queste ore è stato ufficializzato il passaggio di Samira Berrad alla Bottega del Tartufo Umbertide, squadra militante nel girone sud di A2.
Per Samira, dopo due stagioni sfortunate causa infortuni e conseguenti operazioni, si configura adesso una nuova avventura che speriamo possa aiutarla a tornare tra le protagoniste del basket in rosa italiano.
In cinque anni a Moncalieri ha conquistato due promozioni e tante soddisfazioni. Tra le altre: la convocazione al prestigioso Camp Basketball Without Borders, disputatosi a Los Angeles nel 2018, dove si è allenata con giocatori ed ex-giocatori NBA e WNBA.
Poco prima della partenza verso l’Umbria, siamo riusciti a fare ancora due chiacchiere.
Come riassumeresti la tua esperienza a Moncalieri?
«Gioie e dolori, ma senza ombra di dubbio i 5 anni più belli della mia vita. Sono cresciuta dentro e fuori dal campo e ogni persona che ho incontrato al PalaEinaudi mi ha dato qualcosa. Non posso che ringraziare tutta la società per le opportunità e le esperienze di vita che mi ha concesso. Scendere in campo in A1 sarebbe stata la ciliegina, ma la torta è stata buona lo stesso».
Riesci a darci una top 3 dei tuoi ricordi in Libertas?
«Prima in ASSOLUTO la promozione in A2, ribaltando un -21 vincendo di 31 contro Muggia. Il secondo è la prima Coppa Italia disputata a Campobasso: siamo partite da ultra sfavorite ma soltanto una fortissima Crema ci ha battute nella finalissima.
Il terzo, ovviamente, la promozione in A1…arrivata alla fine di una cavalcata pazzesca: l’obiettivo a inizio anno non era certo salire di categoria, ma alla fine abbiamo portato a casa una promozione storica dopo uno dei campionati più lunghi ed estenuanti che abbia mai affrontato».
Dopo questi (quasi) due anni difficili dal punto di vista fisico e anche mentale, cosa ti aspetti?
«Il primo anno è stato molto più difficile da affrontare, mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo a darmi una spiegazione. Il secondo è stato diverso: già dal primo giorno sono stata più consapevole, forse anche più matura…merito sicuramente del mio mental coach Ezio Dau. Adesso sono carica, non sono spaventata e non vedo l’ora di (ri)cominciare. A Umbertide farò ancora qualche settimana di lavoro individuale prima di scendere in campo, ma sono fiduciosa di iniziare al più presto!».
A Moncalieri sei stata molto attiva anche sul lato giovanili. E’ un aspetto della tua carriera professionale che pensi di portare avanti?
«Sì, mi piacerebbe molto lavorare ancora con le più giovani. Prima però vorrei concentrarmi sul lato giocatrice. Ho iniziato ad occuparmi delle ragazze lo scorso anno mentre facevo riabilitazione e fisioterapia. Il mio obiettivo è crescere ancora molto come giocatrice in modo tale da essere un giorno un’allenatrice con un gran bagaglio da offrire alle cestiste del futuro».
Come vuoi salutare la grande famiglia gialloblù?
«Ringraziando tutti, dai tifosi alla la società. E in modo particolare il presidente Cerrato. Sia per questi fantastici 5 anni, sia per questa recente opportunità concessami in A2 a Umbertide.
Ma soprattutto voglio ringraziarvi tutti con uno dei cori (semplici, ma più belli) che abbia mai sentito: «Mon-ca-lie-ri, Mon-ca-lie-ri,, Mon-ca-lie-ri,, Mon-ca-lie-ri»